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FRATUCELLI’S
PROJECT: TOUR 2004
Fans
dei Rainbow di tutto il mondo, udite udite: sta per prendere il via il
Tour 2004
del Fabrizio Fratucelli’s Project..!
Dopo il grande successo ottenuto nel trascorso biennio e le giustificate
richieste di un bis
da parte di tutto il pubblico appassionato dei mitici eroi dell’Arcobaleno,
i musicisti saranno
di nuovo on the road e potranno così finalmente soddisfare le attese
dei fans, giovani
e meno giovani, incalliti e non.
Ma andiamo con ordine. Per chi non lo sapesse (pochi in verità),
il "Fratucelli’s Project" nasce
da una costola dei "60/70", la famosissima Deep Purple tribute-band,
per iniziativa di Fabrizio Fratucelli, il Ritchie Blackmore tricolore,
italica reincarnazione del Man In Black dei tempi
gloriosi. Questo straordinario chitarrista ha saputo rievocare con impressionante
fedeltà le
magiche atmosfere degli anni 70 e 80, interpretando con grande tecnica
e gusto i brani più significativi dell’indimenticabile produzione
Rainbow. Il lavoro in studio ha prodotto il CD
"Rainbow Eyes",
che ha avuto un successo per certi versi imprevisto dallo stesso autore,
essendo stato
apprezzato sia in Italia che all’estero. In Europa e persino negli
States (grazie al Dio Fanclub) questo album ha ottenuto i meritati riconoscimenti
e Ronnie James Dio in persona ha
espresso il suo interesse per il CD.Alla luce di tutti questi positivi
riscontri e dei pareri
favorevoli della critica, la band si è dunque rimessa in pista,
per la gioia dei fans che non
vedono l’ora di rivivere le emozioni di uno show da pelle d’oca.
Le date:
13/03/04 Peocio - Trofarello (TO)
20/03/04 Corner House - Torino
27/03/04 Indian Bar - Piossasco (TO)
01/04/04 Sacra Birra - San Ambrogio (TO)
16/04/04 Salvator Keller - Cossato (BI)
La band è formata da:
- Fabrizio Fratucelli: chitarra
- Piero Leporale: voce
- Roberto Cassetta: basso
- Mirko Melis: tastiere
- Alberto Fratucelli: batteria.
Il repertorio, che viene proposto per soddisfare l’insaziabile fame
di Rock (con la maiuscola)
degli irriducibili amanti del genere, risulta - da un lato - molto versatile,
comprendendo sia le
canzoni più classiche della prima epoca dei Rainbow (1972/1976)
sia quelle di produzione
più recente (anni 80), ma - dall’altro - appare legato da
un forte vincolo di continuità,
costituito dalla creatività e dallo stile inconfondibile che sono
propri di uno dei più grandi
Maestri della storia, quale appunto è Ritchie Blackmore.
Durante un concerto del Fratucelli’s Project si ha l’impressione
(come già ebbi modo
di scrivere) di salire a bordo di una macchina del tempo, letteralmente
immersi in magiche
atmosfere, grazie alle note immortali di canzoni che resteranno per sempre
scolpite nella
roccia, vere pietre miliari nella storia del Rock. The Man on the Silver
Mountain e 16th Century
Greensleeves ci riconducono indietro negli anni, così come l’energica
Kill the King.
Trascinati dal ritmo della granitica Gates of Babylon o cullati dagli
arpeggi della splendida
Temple of the King si possono rivivere emozioni antiche. Con la suggestiva
Stargazer, poi,
l’ambientazione epica è davvero fantastica e con l’eterna
Long Live Rock and Roll
il coinvolgimento diventa proprio totale. Tra i pezzi di produzione più
vicina ai nostri giorni,
meritano un brevissimo cenno la frizzante I surrender dell’era Turner
o la strumentale Difficult
to cure, in cui Fratucelli si cimenta nel famoso classico di beethoveniana
memoria; e poi,
ancora, la tiratissima Death Alley Driver, l’intensissima heavy
ballad Tearin’ out my heart
o la più recente Ariel, dalle tipiche note orientaleggianti…
Insomma, durante lo show si potrà assistere ad una performance
di prim’ordine, senza
risparmio di energia, per un paio d’ore di indimenticabili emozioni,
grazie alle straordinarie
doti tecniche e artistiche dei nostri eroi, che sanno rievocare alla perfezione
il sound
e le atmosfere di un’epoca semplicemente gloriosa.
I riff della Fender Stratocaster di Fabrizio Fratucelli, così fedeli
nel sound e nell’esecuzione
e la voce di Piero Leporale, potente e melodica, sono in grado di regalare
sensazioni
meravigliose.
Non resta quindi che salire sulla macchina del tempo, chiudere gli occhi
e abbandonarsi
alla magia ed alle good vibrations del concerto!
Long live rock and roll…!!!…!!!…!!!
Marcello Catozzi
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